Ieri, sfogliavo una rivista molto glamour e mi sono imbattuta in un argomento che tocca tutti un po’ troppo da vicino: l’insicurezza. Mi spiego meglio. Che tu sia un manager di alto livello o un semplice lavoratore, quando ci troviamo di fronte a immagini di perfezione estetica estrema, proviamo tutti un piccolo sussulto interno. Non voglio entrare in dibattiti su cosa sia giusto o sbagliato, ma pensate sia essenziale promuovere una perfezione estetica che non è reale all’interno degli standard estetici generali? Oppure, è ancora cruciale l’uso di filtri ritoccati nelle riviste o sui social media? Credo di no. La normalità è un’altra cosa. Le donne e gli uomini che si alzano ogni mattina per andare a lavoro e che hanno piccole imperfezioni perfettamente normali che li rendono unici nella loro bellezza, questa è la normalità. Perché la bellezza è avere rughe, avere una pancia un po’ morbida, avere segni di stanchezza a fine giornata che segnano il viso, avere un po’ o tanta cellulite, essere di una taglia normale e non di taglia Barbie. Ed è qui che si annida il problema menzionato prima… L’insicurezza. Quell’insicurezza che ti assale e ti spinge a diete miracolose o all’acquisto di ogni tipo di skincare che promette miracoli, solo per rendere la nostra pelle o il nostro corpo perfetti come l’ultima celebrità. Ah, che meravigliosa invenzione il Photoshop!! La realtà è che quelle celebrità, viste da vicino perché capita a tutti di incrociarne una, senza trucco e senza filtri, sono proprio come tutti noi la mattina quando ci svegliamo, con tutte le imperfezioni che le caratterizzano nella loro normalità quotidiana.
Quindi cerchiamo di avere un po’ più di fiducia in noi stessi, e soprattutto, innalziamo la nostra autostima al massimo livello, perché alla fine, e non è retorica, non possiamo fermare il tempo, e non c’è filtro che possa reggere di fronte alla bellezza di un corpo con mille imperfezioni e un’anima bella.
#BodyPositivity
Ig – @fairness_mag