Biofilia: il futuro del design sostenibile

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Nel frenetico mondo di oggi, in cui l’urbanizzazione e la tecnologia galoppante sembrano aver preso il sopravvento, emergono prepotentemente idee ed approcci in grado di riallineare l’uomo con la natura e ridisegnare spazi che risvegliano i sensi e riconnettono l’anima. È qui che la biofilia entra in gioco, portando con sé un’energia inarrestabile che trasforma l’interior design e l’architettura in settori capaci di riconciliarsi con la bellezza del mondo naturale.

Tale termine (letteralmente “passione per la vita”) fu coniato per la prima volta dal filosofo e psicologo Erich Fromm per descrivere la tendenza psicologica ad essere attratti da tutto ciò che è vivo e vitale.

Negli anni ‘80 il biologo americano Edward Osborne Wilson utilizzó nuovamente questo termine con la stessa accezione nel suo libro Biophilia, dove descriveva i legami che gli esseri umani cercano con gli altri organismi viventi.

L’ultima definizione proposta dallo stesso Wilson risale al 2002, secondo la quale la biofilia è “l’innata tendenza a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente”.

Secondo questa teoria, l’uomo ha una tendenza intrinseca a cercare, connettersi e legarsi agli elementi naturali come piante, animali e paesaggi. Tale connessione con la natura è profondamente radicata nella biologia e nella evoluzione umana e di conseguenza la mancanza di esposizione e contatto con il mondo naturale può portare a problemi di salute fisica e mentale.

Tale teoria sta influenzando sempre più la progettazione degli ambienti urbani e degli spazi architettonici, incoraggiando l’inclusione di elementi naturali per promuovere il benessere e migliorare la qualità della vita delle persone. Non è dunque solo una questione di aspetto esteriore: non si tratta di inserire semplicemente piante in un angolo della stanza!

Nella sua intepretazione contemporanea, la progettazione biofilica si concentra sull’introduzione di elementi naturali negli ambienti costruiti, come la luce naturale, l’acqua, le piante, i materiali organici e le ombre. La vera essenza di tale teoria consiste dunque nell’integrare la natura all’interno del design stesso.

I benefici che ne derivano sono davvero straordinari: Miglioramento del benessere: Svariati studi scientifici hanno dimostrato che la presenza di elementi naturali negli ambienti interni riduce lo stress e migliora il benessere generale degli occupanti, promuovendo concentrazione, creatività e produttività.

Purificazione dell’aria: Le piante assorbono anidride carbonica, convertendola in ossigeno, e filtrano inquinanti come benzene e formaldeide, migliorando così la qualità dell’aria nell’ambiente circostante. Questa funzione può essere particolarmente utile in zone ad alto traffico o con presenza di industrie.

Connessione emotiva: La presenza di elementi naturali come luce solare, acqua e vegetazione aumenta la connessione emotiva con lo spazio, stimola i sensi e crea ambienti in cui le persone si sentono più felici.

Sostenibilità: Introdurre la biofilia negli spazi interni incoraggia l’uso di materiali sostenibili e riduce l’impronta ecologica complessiva degli edifici. Gli elementi naturali promuovono la sensibilizzazione ambientale e un’etica di protezione e cura della natura.

Tra le numerose strategie che possono essere adottate per incorporare la biofilia nell’architettura, la più immediata è ovviamente l’utilizzo delle piante.

I cosiddetti giardini verticali sono pareti ricoperte di piante, che vengono coltivate su strutture speciali che si sviluppano verticalmente anziché orizzontalmente. Questa tecnica è perfetta per sfruttare gli spazi inutilizzati, come pareti esterne di edifici, terrazze o persino spazi interni come muri e colonne.

Solitamente vengono utilizzate piante rampicanti o vegetali che possono crescere in verticale, come felci, muschio e piante succulente.

Accanto a questa, l’uso di materiali naturali come il legno, la pietra e il bambù apporta una bellezza intrinseca agli spazi e connette i fruitori con l’essenza stessa della natura.

L’introduzione di elementi d’acqua come fontane o bacini idrici può contribuire a creare un’atmosfera rilassante e serena nonché una potente connessione con la natura. Ancora l’uso sapiente della luce naturale è di fondamentale importanza per creare spazi biofilici: lasciar penetrare molta luce naturale attraverso finestre ampie e adottare colori chiari per le pareti contribuisce a rendere gli interni più aperti e accoglienti.

Infine, spazi all’aperto come terrazze o giardini possono essere considerati come un’estensione degli spazi interni, consentendo alle persone di godere della freschezza e della bellezza degli ambienti esterni. Questi spazi possono essere progettati come luoghi per la socializzazione, la meditazione o semplicemente per prendersi una pausa dallo stress della vita quotidiana.

In un’epoca in cui la nostra relazione con la natura è spesso compromessa, la biofilia nel design d’interni e nell’architettura ci offre dunque una speranza concreta per un futuro in cui saremo in grado di creare spazi che rispettano e onorano l’interconnessione vitale tra l’uomo e la natura.

L’architettura biofila ci ricorda che non siamo separati dalla natura ma ne facciamo parte integrante. È la consapevolezza che la nostra salute dipende dalla salute degli ecosistemi che ci circondano e che creare spazi che favoriscano la connessione con la natura è fondamentale per il nostro benessere.” – Bill Browning

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Arch. Alessandra G.


Ig – @fairness_mag

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