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Lampada Tolomeo di Michele De Lucchi
La Tolomeo non è solo una lampada iconica di design, ma un vero e proprio simbolo di successo ed eccellenza nella produzione di illuminazione. La sua fama è stata tale da diventare la lampada più venduta di tutti i tempi: circa mezzo milione di pezzi vengono realizzati ogni anno, per soddisfare la domanda di un pubblico in continua crescita.
La storia della Tolomeo iniziò negli anni ’80, quando l’azienda italiana di illuminazione Artemide decise di lanciare sul mercato un nuovo prodotto innovativo, funzionale ed esteticamente piacevole. Il progetto fu affidato al giovane designer italiano Michele De Lucchi, che riuscì abilmente a combinare funzionalità ed estetica, creando una lampada dal design elegante e pulito, caratterizzata da linee essenziali e minimaliste.
In una bellissima intervista del 2013, lo stesso De Lucchi ricorda l’origine della lampada. Era il 1986 e il giovane designer aveva già collaborato e progettato alcune lampade per Artemide.
In uno degli incontri con Ernesto Gimondi (proprietario dell’azienda di illuminazione), Michele aveva con sé il suo inseparabile taccuino, in cui annotava e schizzava idee e visioni uniche. Tra i molti schizzi, c’era la lampada che avrebbe rappresentato la svolta nella sua carriera di designer: una lampada con un braccio mobile ed estensibile, progettata appositamente per lui, per soddisfare le esigenze di chi trascorreva ore e ore a disegnare e progettare sul tavolo da disegno.
All’epoca utilizzava la famosa lampada Naska Loris, la progenitrice di tutte le lampade da tavolo a bilanciamento a molla (nota soprattutto per essere la mascotte della famosa casa di produzione Pixar). Ma il problema principale era che la Naska Loris non era una sua creazione! Da qui l’idea di una lampada che sviluppasse e migliorasse un concetto simile.
A quell’incontro, Gismondi, di fronte a numerose proposte, fiutò il grande potenziale proprio di quella lampada e decise di trasformare questa idea in realtà.
Grazie alla collaborazione con Giancarlo Fassina e il centro di ricerca interno all’azienda, De Lucchi riuscì a perfezionare i meccanismi di tensione inseriti nei vari bracci della lampada e a garantire un controllo preciso dell’illuminazione. L’anno successivo, la lampada era già sul mercato.
“Tolomeo non si chiamava ancora così all’epoca, perché il nome fu deciso la notte prima della presentazione al Salone del Mobile. Ernesto (Gismondi, ndr) ogni anno faceva una lista di nomi e Tolomeo ci sembrava il personaggio più adatto a rappresentare la lampada, perché era un astronomo, un matematico, insomma, era quello più adatto all’idea di una mentalità scientifica,” racconta De Lucchi in un’intervista apparsa su Artemide’s Magazine in occasione del 30° compleanno della lampada.
La caratteristica principale che rende unica questa lampada è la sua flessibilità: grazie a un sistema di bracci flessibili in alluminio, giunti e molle, la lampada può essere orientata e regolata in diverse posizioni e altezze, permettendo all’utente di focalizzare la luce dove desidera.
In poco più di trent’anni, la Tolomeo di Artemide è diventata un’icona del design moderno, ricevendo diversi premi prestigiosi, tra cui il Compasso d’Oro nel 1989, e le sue versioni sono state esposte nei principali musei e mostre di tutto il mondo. Inoltre, Artemide ha creato diverse varianti della lampada, tra cui versioni da tavolo, da parete, da soffitto e a sospensione, per soddisfare diverse esigenze e stili di arredamento.
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