La lingua, intesa come linguaggio, è una delle “invenzioni” più utili, belle e volubili del mondo. Ci permette di comunicare in maniera precisa i nostri stati d’animo, le emozioni, le idee, i sogni e tutto ciò che con semplice disegno ( che in realtà è stata la nostra prima forma di comunicazione, ma questo lo vedremo prossimamente…) non ci sarebbe possibile far trasparire in maniera così limpida e diretta.
È il mezzo di comunicazione che più si adatta a noi, alla società in cui viviamo e soprattutto evolve così come evolve il pensiero, gli usi e le abitudini dell’uomo nel tempo.
Vi sono però alcune lingue che sono state in grado di resistere al passare dei secoli e all’evolversi delle società, di non perdersi, di non inciampare e retrocedere per lasciare spazio al “nuovo”: sono le cosiddette lingue antiche vive.
Non ne esistono più tantissime, molte sono appunto scomparse insieme alle civiltà che le hanno create ma qualcuna resiste tutt’oggi all’incedere del tempo e ha trovato modo di farsi spazio tra la modernità. Una di queste è la lingua Tamil.
Il Tamil è una lingua dravidica parlata nativamente dal popolo tamil del Sud Asia.
Si tratta infatti della lingua ufficiale dello stato indiano del Tamil Nadu, nonché di due nazioni sovrane, Singapore e Sri Lanka. In India, è anche la lingua ufficiale del Territorio dell’Unione di Puducherry, ma è parlata anche da minoranze significative nei quattro altri stati del Sud dell’India: Kerala, Karnataka, Andhra Pradesh e Telangana, nonché nel Territorio dell’Unione delle isole Andamane e Nicobare.
Poiché la sua origine risale a più di 2400 anni fa, ad oggi il Tamil è una delle lingue vive più antiche al mondo, con un ricco patrimonio letterario e culturale che viene tramandato di generazione in generazione anche grazie alle circa 78 milioni di persone nel mondo che lo parlano e lo mantengono vivo nonostante il passare del tempo.
Proprio per la sua longevità, questa lingua ha posto le sue radici in una grammatica e letteratura risalente a molti secoli fa ed è per questo che si tratta di una delle lingue classiche conosciute tra gli studiosi linguistici e ricercatori più studiata e analizzata. Secondo gli esperti, il tamil si è evoluto nei secoli da una lingua proto-dravidica parlata da coloro che si insediarono nella regione asiatica durante il periodo Sangam.
Questa datazione precisa è stata possibile grazie ad alcuni ritrovamenti di testi letterati, poesie e anche testi religiosi risalenti al periodo che va dal III secolo a.C. fino al III secolo d.C.
Tra le 100.000 iscrizioni trovate in India, più di 60.000 sono situate nel Tamil Nadu, il 95% delle quali è legato alla storia e all’evoluzione delle lingue tamil. Gli studiosi e i ricercatori tamil classificano il periodo storico dell’origine e della diffusione di questo linguaggio nelle seguenti categorie:
1) Periodo Sangam (400 a.C. – 300 d.C.)
2) Periodo post Sangam (300 d.C. – 700 d.C.)
3) Periodo del movimento devoto (Bhakti) (700 d.C. – 1200 d.C.)
4) Periodo medievale (1200 d.C. – 1800 d.C.)
5) Periodo attuale (1800 d.C. fino ad oggi)
Col tempo, come è normale che sia visto il lungo periodo trascorso, la lingua ha subito significativi cambiamenti nella grammatica e nel vocabolario. Dal periodo Sangam iniziale fino ai tempi recenti, tutte le modifiche apportate sono attribuite agli studiosi tamil che, talvolta, sono intervenuti per allineare la lingua e le sue costruzioni al periodo storico in essere.
In effetti, se pensiamo a come è cambiata la stessa lingua italiana nel tempo, ci rendiamo conto che determinate costruzioni sintattiche sono cambiate per rendere il linguaggio sempre più moderno. Basti pensare al linguaggio adottato da Dante messo a confronto con quello di Manzoni e poi di Pirandello. La lingua parlata evolve, e così anche la lingua scritta.
Ad oggi, l’alfabeto tamil si compone di 12 vocali, 18 consonanti, 216 consonanti vocali e un segno speciale chiamato “aaydham” per un totale di 247 combinazioni (உயிர்மெய்யெழுத்து) di una consonante e una vocale, una consonante muta o una vocale da sola. La scrittura avviene da sinistra verso destra.
Le dodici vocali nell’alfabeto tamil sono: அ, ஆ, இ, ஈ, உ, ஊ, எ, ஏ, ஐ, ஒ, ஓ, ஒள.
In base alla durata dell’emissione, le vocali sono classificate in due categorie, cioè “குறில்” (Kuril) e “நெடில்” (Nedil).
La classificazione è la seguente:
– Vocali Brevi (Kuril): அ(a), இ(i), உ(u), எ (e), ஒ(o)
– Vocali Lunghe (Nedil): ஆ, ஈ(ī), ஊ (ū), ஏ(ē), ஐ(ai), ஓ(ō), ஒள (au)
Le diciotto consonanti sono invece suddivise nel seguente modo:
– Vallinam (வல்லினம்): க் (k), ச்(c), ட் (ṭ), த் (t), ப்(p), ற் (ṟ)
– Mellinam (மெல்லினம்): ங்(ṅ), ஞ்(ñ), ண்(ṇ), ந், ம், ன் (ṉ)
– Idayinam (இடயினம்): ய்(y), ர்(r), ல்(l), வ்(v), ழ்(ḻ), ள்(v)
La pronuncia di queste lettere non è così intuitiva, quindi ho cercato su Youtube un video che mi sembrasse abbastanza esplicativo. Ne troverete molti altri e, chissà, magari deciderete di imparare questa lingua 😉
Nel caso, ho selezionato per voi anche un libro che potrebbe guidarvi nell’apprendimento di questa lingua così bella ma anche così diversa dalla nostra.
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Abstract – The language, understood as a form of communication, is one of the most useful, beautiful, and versatile “creations” in the world. It allows us to express our moods, emotions, ideas, dreams, and everything that a simple drawing wouldn’t be able to convey so clearly and directly. However, there are some languages that have managed to withstand the passage of centuries, and these are known as living ancient languages. One of these is the Tamil language