Quando la Sudorazione diventa Eccessiva o Assente

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Proseguendo il nostro appuntamento con il Dr. Maurizio Nudo, oggi ci parlerà di Iperidrosi, Bromidrosi e Anidrosi

Un termoregolatore naturale

Questa è la funzione principale del sudore, responsabile del “reset” della temperatura corporea ogni volta che un fattore esogeno, come lo sforzo fisico o la dispersione energetica eccessiva, fattori ambientali come significative oscillazioni di temperatura, così come fattori endogeni, tra cui stati di tensione e/o fattori emotivi, causano un aumento significativo della temperatura corporea rispetto ai fisiologici 36°C su cui il corpo è naturalmente “programmato”. Come un sistema di raffreddamento, anche nel corpo umano alcuni “contatti” nel corretto meccanismo della sudorazione possono essere saltati per ragioni ancora da chiarire, causando una produzione normale di sudore che si trasforma in quantità massive. E diventa patologica quando si verificano condizioni di iperidrosi, bromidrosi o anidrosi, ciascuna accompagnata da implicazioni, oltre che fisico-estetiche, anche socio-relazionali e sulla qualità della vita.

Il meccanismo

La fronte che si imperla di gocce di sudore, le mani che si inumidiscono, le ascelle o i piedi che sudano sotto l’impulso di vari stati e condizioni: tutto nella norma, quasi sempre. “Nel processo di sudorazione – spiega il Dr. Maurizio Nudo, responsabile dell’unità di dermatologia presso Humanitas Castelli di Bergamo – sono coinvolti diversi tipi di ghiandole sudoripare: eccrine, principalmente rappresentate sulle superfici palmari e plantari, e apocrine, presenti in maggior misura in aree del viso, del torace e del dorso. Queste ultime sono anche collegate a ghiandole sebacee e tutte governate nella loro funzione e attività dal sistema nervoso simpatico o autonomo, chiarendo che la sudorazione è autodeterminata: si regola e si attiva indipendentemente dalla nostra volontà.” Alcun controllo è possibile: né quando il sudore ripristina il benessere del corpo, riportando la temperatura alla normalità quando è aumentata a causa di qualche causa, né quando genera imbarazzo, con manifestazioni esudative eccessive. Come nel caso dell’iperidrosi: “Per la maggior parte – continua l’esperto – si tratta di iperidrosi essenziale, una condizione che di solito inizia da giovane età e implica la produzione di sudore eccessivo senza cause specifiche. Colpisce più frequentemente l’area palmare e ascellare con manifestazioni variabili da lievi a moderate, con condizioni di umidità più o meno intense, fino a forme gravi con una vera e propria gocciolatura di sudore, tanto da essere invalidante per le difficoltà e il disagio che causa nelle relazioni interpersonali, specialmente. Le mani, infatti, sono più esposte di qualsiasi altra parte del corpo al contatto interpersonale, in occasioni di vita professionale e sociale. Non meno ‘imbarazzante’ è la formazione di gocce sulla fronte o macchie umide sugli indumenti a causa di una sudorazione eccessiva delle ascelle o dell’inguine. Esiste anche un’iperidrosi secondaria che può essere associata o essere sintomo di determinate patologie: ad esempio, malfunzionamento della tiroide, in forme di ipertiroidismo, alterazioni del sistema endocrino, alcuni tipi di neoplasie come il carcinoma della prostata e i linfomi quando la sudorazione è notturna, malattie psichiatriche, disturbi metabolici come l’obesità. Questa condizione può anche essere espressione tipica di stati fisiologici come la menopausa, che induce una sudorazione profusa specialmente nella regione sternale centrale e dorsale, o essere conseguenza di terapie specifiche, inclusa la terapia ormonale. Pertanto, l’iperidrosi, dopo una corretta anamnesi del paziente, può rappresentare un ‘elemento’ di diagnosi differenziale.” Un’altra variabile può peggiorare questo quadro clinico: l’insorgenza di cattivo odore, caratteristica della bromidrosi, dovuta a un’alterazione del pH cutaneo, che, fortemente acido, rilascia odori pungenti. “Le parti più colpite dal cattivo odore – continua Nudo – possono essere le ascelle, la regione perineale, più specificamente le aree intorno alla regione anogenitale specialmente in particolari stati fisiologici, ad esempio nelle donne durante o nel periodo precedente il ciclo mestruale con la complicità dell’alterazione ormonale, ma anche le mani e i piedi.” La scienza ha indagato le manifestazioni del sudore, definendo che quando raggiunge la superficie cutanea è molto probabilmente inodore; in questo caso, verrebbe attaccato dai batteri ospitati sulla pelle o nel corpo di specie diverse a seconda che il sudore sia prodotto dalle ghiandole apocrine o eccrine, che a loro volta producono frammenti chimici “volatili” che non odorano. In alcuni casi e siti, come per le mani, ad esempio, la macerazione della cheratina indotta dall’eccessiva sudorazione o nel caso dei piedi, l’interazione dell’ambiente umido e dei materiali con cui sono fatte le scarpe, soprattutto se in gomma, o le calze se fatte di acrilico, fibra sintetica o spugna che, trattenendo e creando un ambiente umido, favoriscono non solo la produzione di cattivo odore ma anche la formazione di piede d’atleta o lo sviluppo di intertrigine da Candida, un ospite saprofita della pelle. Invece, all’estremo opposto, può verificarsi l’anidrosi: l’assenza o la riduzione della sudorazione. “Questa condizione – chiarisce il dermatologo – può interessare anche una o più aree del corpo, principalmente le superfici palmari e plantari, su cui si manifesta un eczema disidrotico bolloso. Le ghiandole sudoripare, invece di espellere il sudore all’esterno, lo trattengono, formando microbolle che, fondendosi tra loro, desquamano la pelle come quella di un serpente. Questa condizione alimenta la formazione di una vera e propria dermatite desquamativa che sconvolge il manto cutaneo, favorendo l’innesco di fenomeni fortemente infiammatori e desquamativi.” Anche nel caso dell’anidrosi, possono esserci condizioni patologiche sottostanti, tra cui ittiosi, malattia di Fabry, malattia di Hashimoto, malattia di Parkinson, psoriasi, sclerodermia, sindrome di Horner, amiloidosi, atrofia multisistemica (MSA), carcinoma polmonare a piccole cellule, dermatite, diabete, infezioni cutanee, ipotiroidismo, sindrome di Ross, sindrome di Sjögren, sindromi genetiche, traumi, uso di farmaci. Pertanto, la diagnosi da parte di un esperto è essenziale per l’inquadramento clinico corretto e l’adeguato setting terapeutico.

Opzioni terapeutiche

L’approccio terapeutico, dalle soluzioni più conservative, all’uso di terapie dedicate fino al ricorso alla chirurgia, è guidato dalla gravità e dall’estensione del fenomeno. “In caso di iperidrosi – specifica Nudo – specialmente se colpisce adolescenti o giovani adulti, il trattamento inizia con un trattamento topico con farmaci antitraspiranti a base di idrossido di alluminio al 20% sotto forma di creme o polveri da sciogliere in acqua facendo impacchi sulla zona interessata, alternativamente, può essere utilizzato l’acetato. In caso di forme più severe, da moderate a gravi, possono essere utilizzate tecniche specifiche come la radiofrequenza. Il trattamento viene erogato tramite un’apposita macchina dotata di due manipoli, uno unipolare e l’altro bipolare, utilizzati alternativamente ciascuno per 10 minuti. Le ghiandole sudoripare sottoposte a una corrente continua a bassa intensità vengono in qualche modo ‘defibrillate’: questa azione induce un bilanciamento del polo positivo e del polo negativo delle ghiandole sudoripare e il ripristino del loro corretto funzionamento.” Tra le soluzioni conservative è inclusa anche la tossina botulinica: “Il trattamento è indicato nell’iperidrosi ascellare – commenta Nudo – e prevede l’iniezione della sostanza diluita mediante 10-15 piccoli punti con aghi molto sottili, distribuiti uniformemente nell’area. Questo induce il blocco delle sinapsi che collegano il sistema nervoso alle ghiandole sudoripare terminali, riducendo così i sintomi visibili entro 7-10 giorni dalla fine del trattamento con risultati mantenuti nel tempo per circa 5-6 mesi e un significativo miglioramento della qualità della vita.” Il trattamento dell’iperidrosi ascellare con tossina botulinica è controindicato in caso di allergia alla tossina o ai componenti della preparazione, in gravidanza o allattamento, in pazienti con vari tipi di malattie muscolari e terapia in corso con farmaci miorilassanti, o in caso di interventi chirurgici precedenti nella cavità ascellare. Possono verificarsi lievi effetti collaterali come stanchezza, febbre e dolori muscolari, che si risolvono entro pochi giorni. Inoltre, il trattamento non è adatto per le superfici plantari e palmari, aree altamente sensibili a causa della presenza di recettori molto superficiali che renderebbero le iniezioni piuttosto dolorose. Infine, in caso di forme gravi, si ricorre alla chirurgia: l’intervento, in anestesia generale, prevede la resezione del sistema simpatico (simpatectomia) e il posizionamento di clip in siti specifici: facciali, ascellari o plantari. Mentre la terapia per la bromidrosi, oltre a qualche consiglio pratico e di igiene personale, ricorre principalmente all’uso di farmaci antitraspiranti e, dove indicato, alla tossina botulinica. Infine, per l’anidrosi, se la causa dell’assenza di sudorazione è associata a un farmaco specifico, sarà possibile, su consiglio medico, procedere con la modulazione del dosaggio o con altra terapia raccomandata dall’esperto e a seconda dei casi.

Stile di vita

Agire preventivamente sui disturbi della sudorazione non è possibile, la soluzione, accanto a terapie mirate, è adottare comportamenti corretti nella vita quotidiana che limitino il più possibile i sintomi: “Per l’igiene personale – raccomanda Nudo – devono essere utilizzati detergenti debolmente acidi nella fase acuta per evitare di ‘attaccare’ e seccare la pelle, alternando con detergenti a base oleosa per idratare profondamente la pelle. Inoltre, e in caso di bromidrosi, su prescrizione medica o su consiglio del farmacista, una figura ‘chiave’ nella gestione del problema è l’uso di polveri aspersive, inerti, che mantengono la pelle asciutta, prevenendo il cattivo odore. Invece, deve essere evitato il classico talco, anche mentolato, poiché potrebbe peggiorare il quadro clinico.” Riguardo l’abbigliamento, sono consigliati capi chiari, preferibilmente bianchi, in fibra naturale, preferibilmente cotone al 100%, evitando lana, acrilico e fibre elastiche che accentuano la sudorazione e favoriscono il cattivo odore. Per quanto riguarda le calze, devono essere scelte quelle di cotone, di colore bianco da tenere a contatto con la pelle, eventualmente sovrapponendo (per un puro effetto estetico), una calza scura sempre di cotone. In caso di attività sportive, devono essere evitate le calze di spugna poiché creano umidità, quindi iperidrosi e cattivo odore, un habitat fertile per l’insorgenza di funghi e micosi. “Infine, riguardo l’alimentazione – conclude Nudo – non ci sono dimostrazioni scientifiche a favore o contro il consumo di alimenti specifici. Tuttavia, è consigliabile ridurre gli alimenti grassi e limitare l’uso di spezie e aromi piccanti, come aglio e cipolla, che potrebbero favorire una modifica del pH cutaneo e accentuare la bromidrosi.”

➡️ Grazie Dr. Maurizio Nudo per i contenuti
➡️ Per Informazioni ➡️  https://maurizionudo.it/

Ig – @fairness_mag

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