L’arte islamica in genere si focalizza sulla riproduzione della grafia araba. Più raramente si dedica alle figure umane: ciò è dovuto alla sensibilità religiosa dei musulmani, timorosi che alla riproduzione delle forme umane possa corrispondere il peccato di idolatria contro Allah, proibito dal Corano, e che nell’arte, come nell’imitazione della natura, si possa intravedere il tentativo di copiare l’opera dello stesso Allah.
Come si dirà meglio nel seguito, non è vero però che l’arte islamica rifiuti in assoluto la rappresentazione delle figure umane: infatti, tale limitazione riguarda soprattutto i luoghi e le opere di tipo religioso, meno quelle di carattere “profano”. L’arte islamica è essenzialmente l’arte del bello, oltre a essere uno strumento di culto.
Viene sviluppato l’arabesco come stile ornamentale universale; si tratta della stilizzazione di forme vegetali ed è caratterizzato soprattutto da temi geometrici e simboli presi in prestito dalla grafia, ma è nella costruzione delle moschee, dalla pianta simile a quella della casa del profeta Muhammad, come la Grande Moschea di Cordova (785 d.C.), che si ritrova, meglio che altrove, la riproduzione dei fondamenti dell’arte islamica
Caratteristici dell’architettura islamica sono l’arco a ferro di cavallo e la decorazione a muqarnas.(soluzione decorativa propria dell’architettura islamica presente nelle volte degli edifici)
Significativi e pregevoli, oltre ai mosaici, sono anche le pitture architettoniche (come quella emblematica conservata nella Cappella Palatina terminata intorno al 1140 a Palermo), i mausolei, luoghi di culto e di potere, la produzione di ceramiche, la lavorazione del vetro e del bronzo, i tappeti con i loro temi artistici legati alla natura. A mano a mano che le conquiste territoriali hanno ampliato la conoscenza dell’arte in Asia, in Africa e in Europa, anche il gusto estetico si è aggiornato alle tendenze locali, come per esempio a quella persiana, sempre però nel rispetto dei dogmi religiosi.
Pur in questa molteplicità di ispirazioni e di centri di creazione, l’arte prodotta nel contesto del mondo islamico presenta comunque una certa unità stilistica dovuta agli spostamenti degli artisti, dei commercianti, dei committenti e delle opere stesse. L’impiego di una scrittura comune a tutta la civiltà islamica e il particolare valore attribuito alla grafia rafforzano quest’idea di unità. Sono stati valorizzati altri elementi, come l’attenzione posta alla decorazione e l’importanza della geometria e degli arazzi decorativi . Tuttavia, la grande diversità delle forme e delle scene, secondo i Paesi e le epoche, portano spesso a parlare più di “arti islamiche” (o “arti dell’Islam”) che di un’“arte islamica”. Secondo Oleg Grabar, d’altra parte, l’arte dell’Islam non può che definirsi attraverso “una serie di atteggiamenti di fronte al processo stesso della creazione artistica” .
In architettura, gli edifici con funzioni specifiche, come moschee o madrase, vengono creati in forme molto variegate ma seguendo spesso uno stesso schema di base. Se quasi non esiste l’arte della scultura, la lavorazione degli oggetti di metallo, d’avorio o di ceramica raggiunge spesso una grande perfezione tecnica. Occorre anche sottolineare la presenza di una pittura e di una miniatura nei libri sacri e profani.
Le arti dell’Islam non sono propriamente religiose: l’Islam qui è considerato come una civiltà piuttosto che come una religione. Come già accennato, contrariamente a quanto si crede in genere, esistono rappresentazioni umane, animali e perfino del profeta Maometto; queste ultime sono bandite soltanto nei luoghi o nelle opere religiose (moschee, madrase, Corani), nonostante alcune eccezioni.
L’ARTE DEI METALLI: Nell’Islam l’arte dei metalli, un’arte di grande pregio, ha prodotto opere lussuose per una committenza elevata e oggetti più modesti per uso quotidiano. I metalli più utilizzati sono il bronzo, l’ottone, il rame e lo stagno, spesso abbinati a oro e ad argento per arricchire l’oggetto. Nonostante la difficoltà di identificare i produttori e le loro sedi, la Persia orientale è riconosciuta come la regione con la scuola artistica di più alto livello per la lavorazione dei metalli.
Le tecniche di lavorazione e decorazione, tra cui la fusione, la martellatura, la tornitura, lo sbalzo, la punzonatura, l’incisione, il traforo, la niellatura, la doratura e l’incrostazione si sono rapidamente diffuse nei territori conquistati dall’Islam. L’incrostazione, in particolare, ha rivoluzionato l’arte del metallo, permettendo una policromia simile a una pittura su metallo.
I manufatti, che vanno da porte a specchi, bacili e coppe, diventano vere opere d’arte, a volte firmate, acquisendo grande valore ed eleganza. Quest’arte raggiunge il suo apogeo nell’Egitto dei Mamelucchi (XIII-XIV secolo) e inizia a declinare a partire dal XV secolo con l’inizio della dinastia Safavide.
Durante il regno Ottomano, si producono meravigliosi puntali in oro che ornano i turbanti dei sovrani e si diffonde la consuetudine di ricoprire di pietre preziose o semi-preziose anche semplici oggetti d’uso comune. Le armi, in particolare le lame, rappresentano una parte importante della produzione metallica islamica.
Grazie a Simona Travaglini per i contenuti www.simonatravaglini.it
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