7.11.’20. Noi europei, noi attenti all’ambiente, noi alla ricerca della democrazia, noi amanti del dialogo, noi rispettosi delle culture diverse, noi che non abbiamo paura dei diversi, noi custodi della nostra storia e fieri delle nostre tradizioni, noi che vogliamo ricrederci del pessimismo che ci sommerge, noi che non vogliamo perdere la speranza di un futuro migliore noi tutti diamo credito a Joe Biden, appena eletto quarantaseiesimo Presidente degli Stati Uniti.
Nonostante le amarezze e le delusioni che i comportamenti del nostro alleato d’oltre oceano ci hanno frequentemente procurato per la loro spesso ingiusta politica interna e la loro quantomeno “disinvolta” politica estera, vogliamo, anzi dobbiamo, dare credito all’anziano e navigato senatore democratico, cattolico con moglie italo-americana e politico di lunghissimo corso con fama di personaggio colto e moderato.
“I tuoi difetti sono tanti che nemmeno tu li sai/ ti amo, poi ti odio, poi ti amo…”
Così recita una canzone cara a noi italiani e che oggi potremmo riferire allo Zio Sam.
Noi tutti quindi sorveglieremo occhiuta mente i prossimi quattro anni della nuova amministrazione, con animo di speranza ma certamente senza fare alcuno sconto.
Joe Biden è l’espressione del passato e rappresenta ora il presente. Ma soprattutto è a Kamala Harris, che guarderemo. Il vicepresidente che condividerà il presente col nuovo inquilino della Casa Bianca ma a cui tutti noi soprattutto affideremo le nostre speranze per il futuro. Donna, figlia di immigrati di origini caraibiche e indiane tamil, plurilaureata, esperta dei complessi meccanismi politici e amministrativi americani, paladina dei diritti dei neri e degli emarginati.
Quale migliore quarantasettesimo Presidente potrebbero avere gli Stati Uniti d’America?
Ig – @fairness_mag