I Timori Fiscali dei Ricchi Britannici

Un Esodo Verso L’Italia

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Sarà vero che con il nuovo governo e la prospettiva di aumenti fiscali imminenti, molti dei ricchi britannici stanno valutando seriamente di trasferirsi all’estero?

Questo esodo è stato alimentato anche dalla recente proposta di abolire il regime dei “non dom”, una peculiare disposizione fiscale britannica vecchia di due secoli. Questo regime consente a chi dichiara di avere un domicilio all’estero di non pagare tasse sui redditi di fonte estera, pur risiedendo nel Regno Unito. Una pratica di elusione fiscale lecita che ha sollevato numerose polemiche, soprattutto quando si è scoperto che la moglie di Rishi Sunak, di origine indiana, ne aveva beneficiato risparmiando milioni in tasse.

La Stretta Fiscale dei Laburisti – I laburisti, vincitori delle elezioni del 4 luglio, hanno promesso di abolire il regime dei “non dom” e di introdurre nuove tasse sulle eredità all’estero, prevedendo di aumentare il prelievo sui capital gains, eliminare i vantaggi fiscali per i gestori di fondi di private equity e imporre l’IVA sulle scuole private. Sebbene abbiano assicurato che non ci saranno aumenti dell’Irpef, dell’IVA o dei contributi sociali, devono comunque trovare fondi per risanare il settore pubblico disastrato. Il loro approccio sembra essere quello di “spremere i ricchi”, una categoria definita in modo piuttosto elastico.

La Reazione dei Super Ricchi – Ma ovviamente (tutto il mondo è paese) la risposta dei più facoltosi non si è fatta attendere. Molti stanno già pianificando di lasciare il Regno Unito. Un consulente fiscale ha dichiarato al Financial Times: “La gente se ne sta andando a causa dei laburisti, le tasse sono l’arma chiave che hanno in mano e la useranno”. Sebbene le cifre esatte dell’esodo siano difficili da quantificare, è noto che tra il 2017 e il 2023, ossia dopo la Brexit, il Regno Unito ha perso 16.500 milionari. Non si tratta solo di tasse, ma anche di un generale deterioramento delle condizioni nel Paese, dalla sanità ai trasporti, fino alle forniture d’acqua.

Destinazioni Preferite? Italia in Prima Linea – Molti di questi ricchi britannici stanno guardando all’estero, con gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi come prime scelte. Tuttavia, in Europa, l’Italia emerge come una destinazione particolarmente attraente. Questo grazie alla flat tax introdotta sette anni fa, che prevede un’imposta fissa di 100.000 euro per chi trasferisce la residenza dall’estero. Questo incentivo fiscale, introdotto poco dopo la Brexit, ha reso l’Italia una meta molto appetibile per chi possiede grandi patrimoni.

Milano, in particolare, è diventata sempre più internazionale e accogliente per i supermanager in fuga dal Tamigi. Per Londra, questa migrazione rappresenta una perdita significativa. Anche se i super ricchi costituiscono una piccola minoranza, il loro impatto economico è sproporzionato rispetto al loro numero, sia in termini di tasse che di consumi.

Quali le Implicazioni Future? – I laburisti puntano a una società più equa, ma il rischio è di livellare tutto verso il basso. Se le politiche fiscali diventassero troppo gravose, il Regno Unito potrebbe assistere a un esodo ancora più massiccio di talenti e capitali. È una questione di equilibrio: trovare il modo di finanziare i servizi pubblici senza scoraggiare gli investimenti e senza spingere i contribuenti più facoltosi a cercare rifugio fiscale altrove.

In questo momento il futuro fiscale del Regno Unito (e non solo diremmo noi) è in una fase di transizione. Le nuove politiche fiscali potrebbero ridisegnare il panorama economico e sociale del Paese. La sfida sarà riuscire a mantenere un equilibrio tra giustizia fiscale e attrattività economica, garantendo che i ricchi contribuiscano in modo equo senza però scoraggiarli a tal punto da spingerli verso altri lidi.

Per il momento l’Italia ringrazia.


Ig – @fairness_mag

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