E ci risiamo. Dopo la Gioconda i nostri cugini oltralpe rivendicano un altro pezzo (se così possiamo chiamarlo) di Italia. Trinità dei Monti. O meglio la sua leggendaria scalinata.
Roma e Parigi. Di nuovo
Due città con storie intrecciate e un legame profondo, ma chi avrebbe mai pensato che la maestosa Scalinata di Trinità dei Monti potesse finire al centro di una “disputa internazionale”? È una domenica romana come tante, e mentre i turisti si aggirano affascinati tra i vicoli, ecco rispuntare una vecchia polemica: ma la scalinata è italiana o francese?
Il sovrintendente capitolino ai Beni culturali, Claudio Parisi Presicce, non ha dubbi: “È italiana!” esordisce, stroncando sul nascere qualsiasi rivendicazione d’Oltralpe. “Certo, è stata costruita con fondi francesi, ma è su suolo romano, e da decenni la curiamo noi. Quindi, sì, possiamo dire che è del tutto italiana, se non per nascita, per adozione sicuramente.”
E come dargli torto? Dopotutto, la Scalinata è lì, nel cuore pulsante di Roma, dal 1725, accogliendo ogni giorno migliaia di visitatori che, tra selfie e passeggiate romantiche, si perdono nella sua bellezza.
Ma perché i francesi rivendicano un pezzo di questo monumento? Beh, la risposta è semplice: ci hanno messo i soldi! Per chi non lo sapesse, la scalinata fu infatti costruita grazie al contributo economico del diplomatico francese Étienne Gueffier, ma attenzione, i Francesi non coprirono tutte le spese. Ma progettata dall’Architetto Romano Francesco De Sanctis, (1693-1740)
E da qui nasce il dibattito
Parisi Presicce scherza: “Va bene, lo ammettiamo, hanno dato una mano. Ma questo non vuol dire che possano venire a staccare i gradini e portarseli a Parigi!” E non è il solo a pensarla così. Gianni Battistoni, presidente di via Condotti, risponde con un’ironia disarmante: “Se la Scalinata è dei francesi, allora la Gioconda è nostra. Però dubito che i francesi possano trasportare un monumento intero su un camion.”
Tra le voci più provocatorie c’è, come al solito, Vittorio Sgarbi, che rilancia con un’idea esplosiva: “Se i francesi vogliono la Scalinata, allora noi riprendiamo i quadri che Napoleone ci ha soffiato e che ora stanno al Louvre!” Una battuta che sa di sfida ovviamente, anche se al momento i francesi non sembrano intenzionati a partire con martelli e scalpelli alla volta di Roma.
La questione è ciclica: ogni tanto qualcuno tira fuori la storia dei fondi francesi, e ogni volta Roma risponde con la sua storia e il suo orgoglio. Come ricorda David Sermoneta, presidente della Confcommercio di piazza di Spagna, “sì, c’è questa diatriba, ma ormai per usucapione possiamo dire che la Scalinata è nostra. Del resto, l’abbiamo mantenuta, restaurata e difesa.”
E qui sta il punto. La Scalinata di Trinità dei Monti non è solo un monumento: è un simbolo di Roma. Dal restauro del 1995 a quello del 2014, passando per i continui interventi di manutenzione, è chiaro che la città ha fatto di tutto per preservarla. Ma, come sottolinea Parisi Presicce, c’è ancora molto da fare per proteggerla dal turismo di massa che spesso non rispetta il decoro dei luoghi storici. “Va bene che è un passaggio pubblico, ma non è una sala da pranzo!” scherza il sovrintendente, riferendosi ai turisti che cercano di fare picnic sui gradini, costringendo le autorità a vietare i bivacchi.
Alla fine, la verità è che la Scalinata di Trinità dei Monti è profondamente legata sia alla storia francese che a quella italiana, ma se c’è una cosa su cui possiamo essere tutti d’accordo è che appartiene a Roma, ai romani, e al mondo intero
Parigi ha i suoi monumenti, e non le mancano certo le meraviglie. Quindi, cari cugini francesi, lasciateci godere della nostra Scalinata, e se proprio volete, vi offriamo un caffè a piazza di Spagna.
E comunque ricordatevi che la Gioconda appartiene a noi…
E la disputa continua…
Ig – @fairness_mag