L’epifania, tutte le feste porta via!
Oppure :
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana
viva viva la Befana!
Eh, sì. Con l’arrivo del Giorno della Befana, appunto l’Epifania, si chiude il lungo periodo delle feste di Natale, e proprio a questo giorno sono dedicati detti e filastrocche.
Tutti i bambini italiani (e non solo) attendono questo giorno quasi quanto attendono il Natale, collegandolo ad un giorno ricco di dolcezza e festa.
Ma in quanti conoscono davvero l’origine di questa celebrazione?
Per scoprire la vera origine di questa dolce ricorrenza, ecco che la Linguistica, ancora una volta, viene in nostro soccorso!
L’origine della parola “Epifania”
Il 6 gennaio i Cristiani di tutto il mondo celebrano l’Epifania, una festa ricca di tradizioni e significati. Conosciuta con vari nomi, come Giorno dei Re Magi e Teofania, questa celebrazione simboleggia la manifestazione di Gesù al mondo.
Infatti, il termine Epifania deriva dalla parola greca Epiphaneia, che significa proprio manifestazione o apparizione, ed è proprio in questo nome che viene racchiusa l’essenza della festa: la rivelazione di Gesù come Figlio di Dio.
Storicamente, le radici dell’Epifania risalgono alla Chiesa Orientale, che celebrava sia la nascita sia il battesimo di Gesù.
Poi, nel IV secolo, la Chiesa romana iniziò a celebrare l’Epifania il giorno 6 gennaio, stabilendo un’identità distinta per la celebrazione.
Quando viene celebrata nel Mondo?
Le modalità di celebrazione dell’Epifania variano in modo significativo tra le diverse confessioni cristiane. Nella Chiesa cattolica latina, ad esempio, essa viene celebrata il 6 gennaio, mentre le Chiese cattoliche orientali, che seguono il Calendario Giuliano, la celebrano il 19 gennaio. Questa differenza di 13 giorni evidenzia la ricca diversità liturgica all’interno del cristianesimo.
Differenze di significato liturgico e di Denominazioni
Abbiamo già detto che l’Epifania è un momento di riflessione per i cristiani sulla manifestazione di Dio attraverso Gesù ma vi sono alcune nette differenze:
– i cristiani occidentali commemorano principalmente la visita dei Magi, che simboleggiano i primi uomini che riconobbero la divinità di Cristo. Ad esempio, in Spagna la celebrazione prende proprio il nome di Dìa de los Reyes Magos. Questi saggi, spesso erroneamente chiamati Re, portano doni d’oro, incenso e mirra dal profondo simbolismo: l’oro rappresenta la regalità, l’incenso la divinità e la mirra la mortalità.
– i cristiani orientali, invece, si concentrano sul battesimo di Gesù nel fiume Giordano, che simboleggia la sua rivelazione al mondo come Figlio di Dio.
Perché, in Italia, abbiamo la Befana?
Pur essendo lo Stato che ospita il Vaticano, simbolo della cristianità, in Italia sembra che questa celebrazione non abbia nessun collegamento “religioso”, ma non è così…
La figura della Befana, una gentile vecchietta vestita di stracci che, viaggiando sulla sua scopa magica, la notte tra il 5 e il 6 gennaio vola sulle case per portare doni ai bambini italiani fa parte di una storia antica.
Secondo la leggenda, la Befana ospitò i Magi nel loro viaggio verso Betlemme e in seguito decise di seguirli, consegnando regali ai bambini ben educati lungo il percorso e carbone a coloro che si erano comportati male.
Il termine Befana, inoltre, sembrerebbe derivare dall’evoluzione lessicale di epifania in bifania – befania e quindi befana.
Insomma, si tratta di una celebrazione ben più religiosa di quanto i più non credessero.
Abituati a collegarla ad una storiella per bambini (alcuni bambini hanno davvero timore della Befana e del fatto che possa tramutare i loro dolci e doni in sacchi di carbone!) nel tempo si è un po’ perso il suo vero spirito liturgico.
E’ proprio a questo che serve la linguistica: a scavare nelle origini delle parole per regalarci pezzi di storia nascosta.
Buona Epifania e buona Befana, a tutti!
Ig – @fairness_mag