“Perché i Tramonti son Pupazzi da Levare?” Scopriamo l’origine dell’enigma più bizzarro dei cartoon Disney

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“Perché i tramonti son pupazzi da levare?” chiese il Cappellaio Matto.

Chi, vedendo il famosissimo cartone animato “Alice nel Paese delle Meraviglie” della Disney, non si è mai chiesto cosa volesse dire questa stramba quanto divertente frase?
Si tratta dell’indovinello posto ad Alice dal Cappellaio Matto, uno dei personaggi più controversi non solo del cartone stesso, ma di tutta la letteratura inglese.

Infatti, la famosissima versione animata altro non è che la trasposizione del celebre romanzo “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” ( Alice’s Adventures in Wonderland è il titolo originale) scritto nel 1865 da Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson. 

Ricordate?
La scena si svolge durante il Party del Tè, quando il Cappellaio Matto e il Signor Leprotto invitano Alice a prendere un  tè con loro.
In realtà, quel tè, Alice non riuscirà a berlo perché verrà sottoposta ad un indovinello che scatenerà una serie di malintesi…

Cappellaio: “Perché i tramonti son pupazzi da levare?

Alice: “Un indovinello? Vediamo un po’… Perché– i tramonti– son pupazzi da levare?

Cappellaio: “Ti dispiace ripetere?

Alice: “Perché i tramonti son pupazzi da levare?

Cappellaio: Sono che cosa?

Leprotto, urlando : “Attento! E’ lei puuu-pazza da legare!!

Alice si è ormai stufata di tutti quei comportanti scostanti, batte la mano sul tavolo, si gira, e se va, lasciando l’enigma senza risposta.

Probabilmente, a questo punto, vi starete chiedendo che cosa c’entri tutto questo con la rubrica “Linguistics”. La verità è che, nella versione originale – così come in tutte le altre lingue tranne quella italiana – l’indovinello non è assolutamente questo!

In italiano, infatti, si è scelto di cambiare completamente non solo le parole, ma anche il senso dell’enigma.
L’indovinello originale, mantenuto anche nella versione cinematografica “Alice in Wonderland”, vede infatti il Cappellaio Matto chiedere ad Alice : “ Perché un corvo è come uno scrittoio?” [“Why is a raven like a writing desk?”], frase molto distante da quella a cui siamo da sempre abituati.

Ma perché l’adattamento italiano di questo bellissimo film d’animazione, avrebbe deciso di scambiare un enigma apparentemente senza logica alcuna, con un altro altrettanto privo di senso?
La risposta starebbe nel pubblico uditore, ovvero noi italiani.
Tutta la scena, infatti, è stata riadattata per comporre una scenetta priva di senso, sì, ma così piena di fraintendimenti da risultare comunque divertente.
La scena caotica che ne deriva con il Leprotto Marzolino che dà della (pu)pazza alla povera Alice è in effetti in grado di distogliere completamente l’attenzione dall’enigma senza risposta (saranno gli stessi adattatori a confessare di non avere una risposta a quell’indovinello… ) e dalle battute seguenti, che altrimenti sarebbero risultate noiose agli occhi degli italiani.

La versione originale, sia del romanzo di Carroll sia della versione animata, sarebbe risultata invece più “noiosa” (amanti di Alice – vi prego- passatemi il termine!) agli occhi di un pubblico che non era abituato a rimanere con i concetti in “sospeso”.
Ricordiamo infatti che il cartone animato è uscito nel 1951, siamo quindi nel pieno degli anni Cinquanta che sono gli anni della ripresa economica (ma anche psicologica) dopo la Seconda Guerra Mondiale. Sono gli anni del divertimento e della mente “libera”, soprattutto in Italia.
Chi ha curato l’adattamento (ovvero la traduzione) delle battute di questo meraviglioso film d’animazione ha sicuramente tenuto conto di tutto questo, decidendo così di “alleggerire la scena”.
Ecco che i corvi che somigliano a scrivanie sono divenuti tramonti equiparati a pupazzi da levare.

Se però per la versione italiana non abbiamo mai avuto nessuna risposta esauriente, riguardo all’enigma originale Carrol – dopo una grande insistenza da parte dei lettori inglesi – pur riconoscendo che nemmeno lui stesso conosceva davvero la risposta al suo stesso enigma, alla fine dovette cedere e trovare una soluzione plausibile…

Così scrisse nella prefazione dell’edizione del 1896:

«Mi sono state poste davvero spesso domande al riguardo se si potesse immaginare una soluzione all’Indovinello del Cappellaio, che anch’io potrei scrivere qui quella che mi sembra una risposta abbastanza appropriata: “Perché entrambi producono alcune Note, anche se sempre Piatte; e non sono possono mai essere posti al contrario. Ad ogni modo, questo è semplicemente un ripensamento: l’indovinello, così come inizialmente concepito, non aveva soluzione alcuna.»

Per spiegare la sua soluzione, dobbiamo fare alcune precisazioni.
Innanzitutto, “Notes” significa, come in italiano, sia note (musicali) sia “annotazioni”.
Il fatto di ritenerle “piatte”, ovvero “flat” ha anche qui due significati : per quanto riguarda il Corvo, la sua nota è piatta nel senso di “bemolle”, ovvero una tipologia di note non particolarmente acute proprio come il verso del rapace; per quanto riguarda invece le annotazioni, esse sono piatte perché sono semplicemente scritte su di un foglio.
Passiamo ora al fatto che sia il corvo sia lo scrittoio non possono Mai essere posti al contrario: facendo riferimento alla parola Corvo, ovvero “RAVEN” in inglese, possiamo notare che se la giriamo (ovvero, se la poniamo al contrario) questa diviene NEVAR che ricorda, appunto, la pronuncia della parola “never”, mai! Lo scrittoio, poi, non ha senso alcuno girarlo: se viene capovolto, non è più utile al suo scopo, ovvero farci da appoggio per scrivere.

E tu, lo sapevi?
Le cose da raccontare di questo romanzo e della sua meravigliosa pazzia sarebbero tante ma, ahimè, anche questa settimana il nostro tempo si è esaurito…
Facci sapere se conosci qualche altra curiosità rispetto al mondo meraviglioso di Alice, o suggerisci qualche altro argomento che ti piacerebbe approfondire.
E ricorda, come diceva il Cappellaio Matto nel film Alice in Wonderland con Jhonny Depp:

[E’ impossibile] Solo se pensi che lo sia.


Abstract – Who, upon watching the very famous Disney cartoon “Alice in Wonderland,” has never wondered what this strange yet amusing phrase meant? It’s the riddle posed to Alice by the Mad Hatter, one of the most controversial characters not only in the cartoon itself but in all of English literature.

Ig – @fairness_mag

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Rosy M. - Italy
Rosy M., è laureata in Lingue per i Rapporti Internazionali d'Impresa. Attualmente svolge il ruolo di Tutor Linguistico, mettendo a frutto la sua competenza nelle lingue. Appassionata di viaggi e amante degli animali, Rosy unisce la sua passione per la cultura internazionale con l'amore per la natura.
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