L’enoturismo in Italia sta vivendo un periodo di crescita straordinaria, trasformandosi da semplice tendenza a fenomeno consolidato nel panorama turistico nazionale. Con 13,4 milioni di enoturisti italiani nel 2023, rappresentando il 64,5% del totale dei turisti nazionali, questo settore non solo contribuisce al successo del made in Italy ma è diventato un vero e proprio motore economico per molte regioni.
Le cifre parlano chiaro: sempre più persone scelgono di trascorrere le proprie vacanze immergendosi nella cultura del vino, non limitandosi più a semplici degustazioni ma partecipando attivamente a esperienze che combinano tradizione, innovazione e paesaggio. Secondo l’indagine presentata a Vinitaly 2024 da Ismea e Aite, questo tipo di turismo non è più relegato a fugaci “short break”, ma il 38% degli enoturisti decide di prolungare il soggiorno oltre quattro giorni, desiderando approfondire la propria conoscenza del vino e del territorio che lo produce.
La soddisfazione degli enoturisti italiani è elevata, con tre su quattro che si dichiarano soddisfatti per la qualità del servizio offerto durante le visite in cantina e altre iniziative. L’interazione con la comunità locale e le modalità di prenotazione delle esperienze contribuiscono a rendere queste vacanze indimenticabili. Tuttavia, nonostante i successi, ci sono aspetti su cui migliorare. In particolare, i giovani sotto i 24 anni, cresciuti nell’era digitale, esprimono la necessità di migliorare l’accessibilità delle informazioni e la facilità di prenotazione, rispecchiando le loro abitudini di consumo basate su Internet e i social network.
Le preferenze degli enoturisti riflettono una curiosità sempre crescente per il processo di produzione del vino. Il 63,2% degli intervistati ha espresso il desiderio di ricevere informazioni dettagliate sulle fasi di vinificazione durante le visite alle cantine, dimostrando un interesse genuino per il savoir-faire enologico e il legame profondo tra vino e territorio.
Negli ultimi tre anni, il numero di visitatori che hanno frequentato tre o più cantine è aumentato significativamente dal 15,3% al 42,2%, evidenziando una tendenza verso esperienze più variegate e approfondite. Le degustazioni in cantina rimangono le attività preferite, scelte dal 71,2% degli enoturisti italiani, seguiti da esperienze che combinano cibo, relax e cultura enologica.
Per quanto riguarda le modalità di scelta delle mete enogastronomiche, il passaparola tra parenti e amici continua a giocare un ruolo fondamentale (49,8%), seguito dai consigli provenienti da siti web specializzati in turismo enogastronomico (38,1%) e guide del settore (31,2%). La prenotazione online si conferma come il metodo preferito (55,8%), evidenziando la crescente digitalizzazione del settore turistico.
Le sfide per il futuro includono il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi nelle aree rurali, nonché l’adattamento alle esigenze dei giovani e dei digitali. È essenziale creare un ambiente accogliente e tecnologicamente avanzato che faciliti l’accesso alle informazioni e semplifichi le procedure di prenotazione, al fine di attrarre un pubblico sempre più diversificato e globalizzato.
Infine, l’enoturismo non è solo un’opportunità per scoprire il vino ma anche un driver di sviluppo locale e rurale. Con il supporto di iniziative come il protocollo d’intesa tra Ismea e Aite, il settore è destinato a crescere ulteriormente, portando benefici tangibili alle comunità locali attraverso la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo e culturale italiano.
L’enoturismo rappresenta un segmento dinamico e in continua evoluzione del turismo italiano, offrendo un’esperienza autentica che celebra la bellezza dei paesaggi, la ricchezza della cultura del vino e l’ospitalità delle comunità locali. Con la giusta strategia e investimenti mirati, l’Italia può consolidare la sua posizione di leader nel panorama internazionale dell’enoturismo, promuovendo un turismo sostenibile e di qualità che rispecchia i valori e la tradizione del made in Italy.
Ig – @fairness_mag