Alzi la mano chi non ha mai ricevuto un’e-mail di quelle ridondanti, noiose, fastidiose.
No, non sto parlando dell’email che ti invia il tuo capo la domenica sera alle nove per ricordarti dell’importantissima riunione del lunedì mattina, parlo di quella sensazione di essere bombardati da offerte indesiderate – a volte inopportune, diciamolo! – che ormai tutti riconosciamo con il nome di SPAM.
Ma sapevi che questo termine ha origini piuttosto curiose?
Sì, perché tutto nasce da una scatoletta di carne che diventa un fenomeno globale, quasi per scherzo.
Questa, cari curiosi lettori, è la storia di come un pezzo di carne in gelatina abbia dato il nome ad una tra le parole più presenti nell’attuale panorama informatico.
Partiamo dall’inizio: il termine SPAM ha, in effetti, origini interessanti e peculiari che risalgono agli anni ’30 e che nulla hanno a vedere con il mondo di internet (che ancora, di fatto, non esisteva).
SPAM è infatti il nome di un prodotto alimentare in scatola, creato dalla Hormel Foods, nota per la sua carne di maiale, la cui scatoletta di carne divenne popolare durante la Seconda Guerra Mondiale, quando si necessitava di una fonte di proteine che fosse economica e a lunga scadenza.
Il moderno utilizzo del termine SPAM è però stato influenzato in modo significativo da uno sketch comico dei Monty Python, andato in onda nel 1970. In questo sketch, i personaggi si trovano in un ristorante dove il menu è composto principalmente da piatti a base di carne Spam. La ripetizione incessante della parola “spam” crea una situazione comica e surreale, che evidenzia quanto l’utilizzo di uno stesso termine in maniera compulsiva possa essere invadente e ridondante.
“Spam, spam, spam, spam, lovely spam, wonderful spam!”
Questa famosa frase dallo sketch dei Monty Python sottolinea l’idea di ripetizione e invadenza che ha ispirato l’uso del termine.
Quando poi, negli anni ’90, con l’avvento di Internet e delle comunicazioni via e-mail, è cominciato il flusso di messaggi non richiesti, il termine SPAM ha trovato una nuova applicazione. I messaggi indesiderati, spesso pubblicitari o truffaldini, hanno iniziato a essere definiti “spam” a causa della loro natura invadente e della loro somiglianza con lo sketch dei Monty Python.
Nel tempo, questo uso del termine è diventato sempre più comune con la crescita dell’e-commerce e della comunicazione online, dando vita ad altre tipologie di spam.
Ne esistono infatti diversi tipi, tra cui:
- Comment Spam: Messaggi indesiderati lasciati nei commenti di blog o forum, spesso per promuovere prodotti o servizi.
- Social Media Spam: Post o messaggi non richiesti su piattaforme social, che possono includere link a siti web sospetti.
- SMS Spam: Messaggi di testo indesiderati, spesso promozionali.
Il fenomeno linguistico che descrive questo passaggio di nome dalla celeberrima scatoletta di carne di maiale alle fastidiose e-mail è chiamato METONIMIA.
In linguistica, la metonimia è una figura retorica in cui si sostituisce un termine con un altro che ha con esso una relazione di contiguità o associazione. In pratica, si usa una parola per rappresentare un’altra parola o concetto con cui è strettamente legata.
Difatti, in questo caso, il termine SPAM si è esteso per descrivere un fenomeno più ampio, utilizzato per rappresentare qualcosa di diverso ma correlato, a causa della sua associazione con contenuti ripetitivi e fastidiosi.
L’origine di questa parola ha senz’altro una storia affascinante che si intreccia con la cultura pop e l’evoluzione della comunicazione digitale. Da una scatoletta di carne a un fenomeno globale, il concetto di spam continua a evolversi, riflettendo i cambiamenti nel modo in cui comunichiamo e interagiamo online.
E tu, conoscevi questa storia?
Ig – @fairness_mag