A 700 anni esatti dalla scomparsa dell’illustre esploratore veneziano Marco Polo, il mondo della cultura si arricchisce di un’importante scoperta…
Nella suggestiva biblioteca diocesana Ludovico Jacobilli di Foligno, in provincia di Perugia, è stato rinvenuto il 145° manoscritto del “Milione”, un testo finora sconosciuto che racchiude una traduzione dell’opera originale, identificata dagli studiosi con la sigla VA. Questa versione, realizzata nel primo quarto del XIV secolo nell’Italia nord-orientale, si presenta come un autentico gioiello della letteratura.
Rimasto a lungo nell’ombra, il manoscritto ha finalmente ottenuto l’attenzione che merita grazie a Fabio Soncin, un dottorando dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dopo aver esaminato il prezioso volume – e con l’aiuto di Samuela Simion che ha riconosciuto la traduzione e avviato il delicato processo di trascrizione- lo studioso ne ha infatti compreso il valore inestimabile e lo ha riportato alla luce.
Il bibliotecario Ivan Petrini, invece, si è dedicato alla realizzazione della descrizione del libro.
Questo manoscritto, composto da 110 carte e scritto da una sola mano, si presenta privo di alcune iniziali e pagine interne; tuttavia, la sua storia affascinante è risultata evidente già da subito!
Infatti, il volume è una delle opere donate da Ludovico Jacobilli alla biblioteca tra il 1662 e il 1664, ma le sue origini restano avvolte nel mistero.
La scoperta di questo meraviglioso testo antico risulta ancora più importante poiché, attraverso studi approfonditi, è stato confermato che la traduzione VA è stata realizzata mentre Marco Polo era ancora in vita, quindi presumibilmente verso la fine del 1200.
Questo conferisce al testo un valore inestimabile, non solo come opera letteraria, ma anche come riflesso diretto delle esperienze e delle avventure dell’esploratore.
Effettivamente, il titolo Il Milione potrebbe derivare dalla leggenda secondo cui Marco Polo avrebbe raccontato storie così straordinarie da sembrare esagerate, tanto che i suoi contemporanei pensavano avesse accumulato un milione di avventure.
Inoltre, già ai tempi la traduzione VA ebbe una diffusione straordinaria, essendo stata tradotta in latino e in volgare, con varianti presenti nella maggior parte dei manoscritti giunti fino a noi. Essa rappresenta, pertanto, la versione del Milione più letta e apprezzata in Europa, offrendo così uno sguardo privilegiato sulle influenze culturali e sulle interazioni del tempo. A differenza di altre traduzioni, spesso soggette a modifiche, la VA conserva l’essenza e il fascino delle narrazioni di Marco Polo, permettendo agli studiosi di analizzare le differenze e le influenze culturali del periodo.
Ad aumentare il pathos che aleggia intorno a questo straordinario ritrovamento, è il fatto che sia avvenuto in un momento di grande risonanza, poiché si è appena concluso un importante convegno Marco Polo, il libro e l’Asia. Prospettive di ricerca vent’anni dopo, organizzato dall’Università Ca’ Foscari a Venezia. L’iniziativa si è inserita, dunque, nelle celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Marco Polo, promosse dal Ministero della Cultura con il sostegno di Rai Veneto e Rai Storia. Tra le attività di celebrazione spicca, infine, la pubblicazione della prima edizione digitale dell’opera, rendendola accessibile a studiosi e appassionati di tutto il mondo.
Un aspetto interessante per i linguisti, ad esempio, riguarda proprio le traduzioni linguistiche, in particolare del termine khan. Nelle diverse traduzioni del Milione, khan è stato tradotto in vari modi che riflettevano le differenti interpretazioni delle strutture politiche e sociali asiatiche. Ad esempio, in alcune versioni è stato tradotto come principe o signore, mentre in altre si è mantenuto il termine originale per sottolineare l’importanza del titolo nel contesto mongolo. Questa variazione di traduzioni ci offre quindi una finestra sulle complessità culturali e linguistiche del tempo, mostrando come le traduzioni possano influenzare la comprensione delle figure storiche.
Questo ritrovamento non solo arricchisce il patrimonio culturale legato a Marco Polo, ma offre anche una straordinaria opportunità per esplorare la vita e le avventure di uno dei più grandi viaggiatori della storia. La figura di Marco Polo – che ricordiamo essere stato un grande viaggiatore, scrittore, mercante e ambasciatore italiano- nonostante il passare del tempo non smette di affascinare, e le sue storie rimangono un tesoro inestimabile per la cultura mondiale.
Infatti, il Milione ha influenzato profondamente la letteratura e la geografia europea, ispirando esploratori successivi come Cristoforo Colombo, che portò con sé una copia del libro durante il suo viaggio nel Nuovo Mondo. Proprio per questo, le avventure di Marco Polo, raccontate con vividezza, hanno contribuito a plasmare la percezione dell’Asia in Europa.
Ig – @fairness_mag