Quando si pensa all’Italia e alla miriade di dialetti che la nostra Penisola accoglie, si pensa sempre a qualcosa di strettamente regionale e legato al territorio.
Ecco quindi che vi vengono in mente i “dialetti dalle vocali larghe” del Nord e le parole pronunciate quasi a “denti stretti” dei dialetti del Sud.
In pochi però sanno che, al di là della lingua italiana e dei dialetti, nella parte meridionale del nostro Paese esiste un luogo unico nel suo genere.
Guardiolo, noto come Guardia Piemontese, si distingue infatti per essere l’ unico comune nel sud Italia in cui si parla la lingua occitana. Questa lingua neolatina, un tempo diffusa in tutta l’Europa medievale, è sopravvissuta allo scorrere del tempo ed è ancora oggi prevalentemente parlata nella Francia meridionale e in alcune valli del Piemonte, dove conta circa tre milioni di parlanti. La sua presenza in Calabria è però il frutto di un’importante migrazione storica, che ha portato alla fondazione di questo comune da parte dei Valdesi nel XII secolo.
Quello dei Valdesi era un gruppo religioso emerso nel XII secolo che si caratterizzò per le sue idee riformiste e per la determinazione di vivere secondo i principi del Vangelo. Tuttavia, nel corso dei secoli, furono perseguitati a causa delle loro credenze e dovettero affrontare violenze e discriminazioni. La migrazione verso il sud Italia si intensificò principalmente nel XV secolo, quando molti Valdesi cercarono rifugio in luoghi più sicuri. La Calabria, con le sue terre fertili e la possibilità di insediarsi in comunità coese, divenne così un approdo per questi coloni.
La fondazione di Guardia Piemontese rappresenta, pertanto, non solo un atto di insediamento, ma anche una forma di resistenza culturale e linguistica. In questo ambiente accogliente, i Valdesi poterono mantenere viva la loro lingua e le loro tradizioni, creando un contesto in cui l’occitano potesse prosperare.
L’occitano, infatti, è una lingua romanza con radici profonde nella storia europea. Durante il Medioevo, ad esempio, era la lingua della poesia trobadorica e della cultura letteraria, parlata in diverse varianti nelle regioni del sud della Francia e nelle valli alpine del Piemonte.
Oggi, con l’evoluzione delle lingue e l’instaurarsi delle lingue principali – tra cui francese, spagnolo e italiano – l’occitano è riconosciuto come lingua minoritaria anche se, soprattutto negli ultimi tempi, ha visto un rinnovato interesse, in particolar modo nelle comunità che si impegnano a preservarne l’uso. A Guardia Piemontese, ad esempio, l’occitano è ancora parlato da una parte della popolazione, anche se il numero di parlanti è diminuito nel corso degli anni.
In particolare, nella variante linguistica di Guardia Piemontese, si può osservare un’influenza sia piemontese sia calabrese, che ha dato vita ad un connubio perfetto dei due dialetti.
Alcuni esempi di parole e frasi in occitano includono:
– Bon jorn (Buongiorno)
– Adieu (Addio)
– Cossí vas? (Come stai?)
Questi esempi dimostrano come l’occitano mantenga una struttura grammaticale e lessicale distintiva, pur essendo influenzato dalle lingue circostanti.
Inoltre, la comunità occitana di Guardia Piemontese ha mantenuto vive le proprie tradizioni, celebrando eventi culturali e religiosi che riflettono la loro eredità valdese. Un simbolo importante è la “Porta del Sangue”, che rappresenta la storia di sofferenza e resistenza dei Valdesi. Questo luogo di culto è infatti un punto di riferimento per la comunità, dove si celebra la fede e si ricorda il passato.
Non meno significative sono la musica e la danza occitana, che costituiscono elementi fondamentali della cultura locale. E’ proprio durante le feste tradizionali che si crea la preziosa occasione di trasmettere alle nuove generazioni la lingua e le usanze occitane per mantenere viva l’identità occitana del luogo.
Organizzazioni locali e istituzioni culturali hanno quindi avviato programmi di educazione linguistica, eventi culturali e corsi di lingua, promuovendo così l’uso dell’occitano tra i giovani. Come si può ben immaginare, questi sforzi risultano fondamentali per garantire che la lingua non venga dimenticata e che le tradizioni continuino a prosperare.
Guardia Piemontese rappresenta in Italia un esempio unico di come la lingua e la cultura possano resistere nel tempo, nonostante le sfide e le difficoltà. Tutto questo grazie alla comunità valdese, che ha saputo mantenere viva la propria identità attraverso la lingua occitana, contribuendo a un patrimonio culturale che arricchisce non solo la Calabria, ma anche l’intera Italia.
Ig – @fairness_mag